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martedì 10 dicembre 2013

Il leopardo riluttante de "L'Alba dell'Uomo"

(11 dicembre: l'articolo è stato modificato dopo la sua pubblicazione; ho rimosso la fotografia e le informazioni sul Terry Duggan sbagliato - ancora una volta, IMDB e Wikipedia hanno dimostrato di non essere infallibili. La fonte è la sorella del nostro Duggan, riportata da Jamie Clubb)

Dan Richter era un attore e mimo in difficoltà economica che sbarcava il lunario a Londra quando, nell'Ottobre '66, fu chiamato dalla MGM per una consulenza su come completare le sequenze iniziali di 2001. Profondamente impressionato dal giovane talento, Kubrick lo assunse subito per coreografare “L'Alba dell'Uomo” (titolo italiano del segmento iniziale di 2001, in inglese "The Dawn of Man"), dove finì per interpretare il leader della tribù di uomini-scimmia (Guarda-La-Luna, dal nome che appare nel libro di Arthur C. Clarke; Moonwatcher, nell'originale inglese). Ambientato tre milioni di anni fa, questo inusuale prologo alle sequenze spaziali del film illustra la storia dei nostri antenati, che compiono il primo passo della lunga strada verso l'Umanità.


Sin dalla prima volta che vidi 2001 rimasi impressionato, tra i mille dettagli straordinari de “L'Alba dell'Uomo”, dall'apparizione inusuale (per un film di fantascienza!) di quello stupendo leopardo.


Mi ero sempre chiesto come avevano fatto a realizzare quelle scene - soprattutto quella dell'attacco - finché nel 2002 uscì il formidabile libro Moonwatcher's Memoir scritto dallo stesso Moonwatcher, Dan Richter.


Con Memoir Richter ha scritto la migliore testimonianza di un partecipante alla realizzazione di 2001: le storie su Kubrick, Stuart Freeborn (il mago del make-up che realizzò i costumi degli uomini-scimmia) e della troupe sono così vivide che sembrano uscite dalle cronache di un giornale di ieri - e in qualche modo lo sono, poiché Richter ha potuto attingere al suo diario degli anni 1966-1967.

Il libro è un gioiello pieno di aneddoti e testimonianze ed è una lettura essenziale per ogni fan di 2001. Include, fra l'altro, qualche pagina dedicata alle sequenze con il leopardo, che poi sono state integrate da diverse interviste uscite negli anni allo stesso Richter (tra le quali voglio segnalare quella effettuata da Justin Bozung).

Ho avuto la possibilità di rivolgere qualche domanda via e-mail a Richter, che molto gentilmente ha risposto chiarendomi alcuni dubbi su diverse parti del film. Poiché un racconto più che esauriente della gestazione e realizzazione de “L'Alba dell'Uomo” si può trovare in Memoir, e questo blog si dedica ai lati più oscuri e misconosciuti del film, in questo articolo mi concentrerò sulla storia del leopardo. Desidero ringraziare quindi Dan Richter, a Justin Bozung per le sue eccellenti interviste, e a Jamie Clubb (http://jamieclubb.blogspot.it/) che mi ha fornito informazioni preziose su Terry Duggan e gli animali usati sul set.

* * *

Determinato a realizzare un film accurato dal punto di vista scientifico, Kubrick insistette a voler superare le convenzioni cinematografiche che prevedevano il semplice uso di uomini in costume da scimmia. Richter e i suoi collaboratori passarono settimane nello Zoo di Londra a studiare il comportamento dei primati (gorilla e scimpanzé) lì rinchiusi, e mesi a provare a ricostruire i loro movimenti, utilizzando anche raro materiale filmato raffigurante primati nel loro ambiente naturale.

Alcuni fotogrammi di un documentario su 2001 in cui Richter e i suoi colleghi provano i movimenti dei primati da loro studiati. (Fonte)

La sceneggiatura del film, all'epoca ancora rimaneggiata quotidianamente da Kubrick e Clarke, prevedeva sequenze in cui i nostri progenitori dovevano venire mostrati sull'orlo dell'estinzione, e minacciati costantemente da animali selvaggi come leoni e tigri. Come rappresentare effettivamente sullo schermo questa minaccia era ancora da decidersi: per esempio, una versione della sceneggiatura prevedeva che una finta testa di leone venisse mostrata, a mo' di trofeo, da Moonwatcher e la sua tribù, per spaventare un gruppo di uomini-scimmia rivali.

Dall'intervista a Kubrick di Jeremy Bernstein, 1966:
A questo punto, Kubrick viene avvicinato da un uomo che ha in mano una testa di leone di peluche. Gli chiede se può andare bene. "La lingua sembra finta, e gli occhi sono solo abbozzati" risponde Kubrick, dirigendosi verso il set. "Qualcuno può sistemarmi la lingua?"
Il termine inglese che ho tradotto con peluche (stuffed) potrebbe anche essere tradotto come impagliata, ma se così fosse stata (orrore!) non credo avrebbe potuto sembrare finta...

Di sicuro, finta o no, non venne più utilizzata (nemmeno Richter ricorda di averla mai vista) e per le scene più 'minacciose' Kubrick decise di utilizzare veri animali. C'era da decidere, quindi, quali - e come usarli.

Dal diario di Richter, datato 2 Gennaio 1967:
(Kubrick): "Quand'è che devi andare allo zoo di Southampton?"
(Jimmy Chipperfield e la nostra squadra di domatori e addestratori hanno portato gli animali di cui abbiamo bisogno per "L'Alba dell'Uomo" allo zoo di
Southampton. Abbiamo tapiri, uno scimpanzé, una zebra, un leone, un leopardo.)
"Ci vado questo week-end [...] Incontrerò l'addestratore, Terry Duggan, mi mostrerà lui gli animali.
"Fai molte fotografie. Voglio vedere come Duggan ha addestrato il leone e il leopardo. Non ho ancora deciso quale usare dei due."
Terry Duggan era un acrobata, trapezista e stuntman nato a Coventry nel 1935 (non è lo stesso Terry Duggan attore e cabarettista) e aveva lavorato in precedenza con la famiglia Chipperfield, una famosa famiglia circense inglese, per poi seguire un membro della famiglia, Jimmy, che aveva lanciato una impresa di fornitura di animali per l'industria cinematografica (e al tempo delle riprese di 2001 gestiva appunto lo zoo di Southampton).

Terry Duggan, quattro leonesse, un leone e due leopardi (1964) (fonte)

Alla fine Kubrick si decise per il leopardo. Quando gli ho chiesto se si ricordava il motivo, Richter mi ha risposto
Avevamo sia un leopardo che una leonessa a Southampton e Terry Duggan ci ha lavorato su duramente per quasi un anno, per fare in modo che fossero entrambi abituati a lui e ben addestrati a fingere di attaccarlo, mentre in realtà stavano giocando. Sul perché Stanley scelse il leopardo non saprei, forse il fatto che il leone fosse femmina fece sì che visivamente non sembrasse abbastanza interessante, o abbastanza 'minacciosa'.
Terry Duggan in allenamento con il leopardo nel 1967. Fonte: Moonwatcher's Memoir. Duggan sta indossando un cappello, forse per abituare l'animale a riconoscerlo anche camuffato, poiché per le riprese avrebbe dovuto indossare un costume integrale da uomo-scimmia. 

Le riprese de "L'Alba dell'Uomo" iniziano il 2 agosto 1967. Dopo otto mesi di ricerche, di prove e di allenamenti, e un mese di riprese durissime dal punto di vista fisico, il 28 agosto la "tribù" di Moonwatcher deve affrontare la prova più dura.

Dal diario di Richter:
Oggi gireremo la scena in cui il leopardo attacca e uccide uno degli uomini scimmia. Durante il week-end la squadra dei carpentieri ha modificato il set per farlo assomigliare al letto di un fiume, e hanno costruito una barriera temporanea tra il set e la cinepresa.
Quando gli ho chiesto di questa "gabbia" temporanea (non ci sono fotografie del set di quel giorno in giro) Richter ha confessato di non ricordarne i dettagli:
... dovevo prestare più attenzione al leopardo e ai miei ragazzi!
Già, perché fino all'uscita del libro di Richter, tutto quello che sapevamo su quella scena veniva da un documento ('Notes on special Effects") scritto dallo stesso Kubrick, citato nel libro 2001: filming the future di Piers Bizony, e che faceva parte dei documenti per la candidatura agli Oscar del 1969:
Durante le riprese, Duggan e il leopardo erano completamente soli sul set. [Bizony aggiunge, citando il testo] Gli attori nello sfondo sono stati aggiunti in seguito in truca per mezzo di un mascherino (matte nell'originale inglese)
Immagino che Kubrick abbia in qualche modo dovuto minimizzare il potenziale pericolo che gli attori potevano aver corso per evitare domande scomode da parte del sindacato: quello che è certo è che  tutto venne realizzato dal vivo, e che Richter, Duggan e gli altri uomini-scimmia erano sul set con il leopardo. Sempre da Memoir:
Terry Duggan indossa il costume da uomo-scimmia. [...] Stanley ne vuole altri nello sfondo, e questo è un problema ulteriore. La soluzione la trovo mettendomi dietro a Terry con un'altra maschera, in modo da mettermi tra i miei ragazzi e il leopardo.
Il leopardo attacca Duggan. Richter, il secondo da destra, è su una piattaforma rialzata più vicina alla cinepresa, tra il primo piano e lo sfondo.

Fino ad ora tutto bene. Di nuovo dal diario di Richter:
Stanley è molto a disagio, di fianco alla cinepresa e con il leopardo a dieci metri circa. Abbiamo tutti paura. Stanley vuole la ripresa. Si può sentire una certa ansia nella sua voce quando dice "Azione".
Non succede niente.
Il leopardo, confuso e nervoso, è distratto dal set, dalle forti luci, da tutta quella gente intorno.
Stanley chiama lo "stop". Abbiamo fatto le prove con Terry in costume per cui sappiamo che ce la può fare. Terry va dal leopardo e gli parlai un po', per metterlo a suo agio e di un umore più giocoso.
"Penso che adesso ce la farà", dice.
Ci rimettiamo tutti in posizione. Le luci sono a posto, la cinepresa inizia a girare. Ancora una volta Stanley urla "Azione" ...
...e le cose si mettono male:
... il leopardo guarda Terry, guarda me, guarda i ragazzi dietro di me.
Fa un salto giù dalla sua piattaforma, atterra davanti a Terry, e comincia ad avvicinarsi a me!
Terry capisce cosa sta succedendo e lo placca immediatamente. Facciamo una breve pausa e Terry ricomincia a giocare con lui ancora un po'.
La successiva ripresa, più o meno, funziona: è quella che vediamo nel film. Richter ricorda, durante la mia intervista:
Contrariamente al suo solito stile, Stanley ha effettuato solo queste due riprese; era molto nervoso e voleva finire in fretta. Non era esattamente soddisfatto di come sono venute, ma se le è fatte andare bene.
Kubrick fu più che disposto a tollerare anche un 'effetto speciale collaterale', così come veniamo a sapere dall'intervista concessa da Richter a Justin Bozung:

[...] poi c'è stato l'errore del sistema di proiezione frontale con il leopardo. Se guardate il film noterete che in quelle riprese gli occhi del leopardo brillano quando guarda verso la cinepresa. Fu un incidente fortunato: nessuno se ne era accorto durante le riprese, ma quando abbiamo guardato i giornalieri, tutti se ne sono accorti, e qualcuno ha detto "Oddio, cos'è successo? Abbiamo fatto una cavolata!" Ma Stanley ha detto "No, va benissimo, mi piace. Teniamolo"

Ogni possessore di gatti sa di cosa stiamo parlando: gli occhi del leopardo brillavano perché i felini hanno un tessuto nell'occhio che riflette la luce visibile attraverso la retina, incrementando la luce che arriva ai fotorecettori, contribuendo così all'ottima visione notturna dei felini. Poiché la scena venne girata su un set che vedeva lo sfondo proiettato su del materiale ad altissima riflessione fornito dalla 3M, gli occhi del leopardo funzionavano allo stesso modo, riflettendo una parte della proiezione.

Il leopardo è pronto ad attaccare Duggan. Sulla destra, Richter e gli altri uomini-scimmia assistono con dissimulata preoccupazione.

* * *

Il leopardo riluttante appare anche in un altra scena, quella descritta da Gino Pellegrini nella sua intervista a Federico Greco da me riportata un po' di tempo fa.
Nella scena del leopardo, il masso vicino era un masso di legno costruito appositamente, dietro il quale fu nascosto il guinzaglio che teneva il leopardo legato. La corda poi fu anche cancellata fotograficamente
Perché mi soffermo ancora su questa scena? Beh, nel libro The Making of Kubrick's 2001 uscito nel 1970, curato da Jerome Agel e che ebbe la fattiva collaborazione dello stesso Kubrick, la didascalia alla stessa foto qui sopra dice:
Un cavallo morto fu dipinto per assomigliare ad una zebra. Le scene con la "zebra" ed il leopardo vennero girate con un fucili a tranquillanti pronti ad intervenire. A causa del fetore proveniente dal cavallo, il leopardo e la troupe non furono entusiasti di partecipare alle riprese.
Quando gli ho chiesto se ricordava fucili pronti ad intervenire durante la sua scena, Richter ha risposto:
Non ricordo fucili durante le mia scena, ma non ero presente durante quella con la finta zebra.
Per quanto riguarda la scena della zebra, la presenza di fucili sarebbe strana, considerato che c'era già un guinzaglio che teneva legato il leopardo. Comunque fosse, perché non avere fucili pronti per una scena potenzialmente più pericolosa, ovvero quella dell'attacco?
Probabilmente non lo sapremo mai. Quel che è certo è che quel giorno, avere uno come Terry Duggan nei paraggi fece molto comodo.

P.S. Ricordate la scena dove la tribù di Moonwatcher doveva esibire come trofeo la testa di leone? Prima di quella la stessa sceneggiatura provvisoria prevedeva di mostrare l'uccisione dell'animale. Immaginate dover realizzare quella, di ripresa!

lunedì 9 dicembre 2013

How did they shoot the leopard scenes in '2001'? Dan Richter explains

Back in October, 1966, Dan Richter was a struggling mime artist in London when he received a call summoning him to discuss the incomplete opening sequence of 2001: A Space Odyssey. Deeply impressed by the talented young mime, Kubrick promptly hired him to choreograph and star in “The Dawn of Man” sequence as Moonwatcher, the leader of the man-ape tribe. Set three million years ago, this prologue to the space-based sequences tells the story of a tribe of our ancestors, who take the first step on the long road to modern humanity.


Since I first saw 2001 and "The Dawn Of Man" I've always been fascinated by that sequence, and amazed by the appearance of that magnificent leopard (I'm a big feline lover).


I always wondered how they could have shot that scenes - until 2002, when Moonwatcher's himself, Dan Richter, published Moonwatcher's Memoir: A Diary or 2001: A Space Odyssey.


With Memoir Richter wrote the best account ever about working on 2001: the stories about Kubrick, Stuart Freeborn (the make-up wizard) and all the cast and crew involved are so vivid that seem to be hot off the press, right from a 1968 newspaper - and indeed they somehow are, as Richter based the book upon his own diary wrote in the years 1966-1967.

The book is a treasure trove of anectodes, and it's an essential reading for all 2001 fans. It also includes a few pages dedicated to the leopard shot, that was extended and clarified by a later series of interviews with Richter (among which I'd like to recommend the one conducted by Justin Bozung). I had the chance to ask 'Moonwatcher' a few questions about the leopard scenes and other few details, to which Dan very kindly answered.

As a complete account of 'The Dawn of Man' is already available in Memoir (did I already say 'buy it right now' ?) I will therefore focus on a fascinating aspect of the sequence: the shooting of the leopard attack, with a complete account that draws from all the available sources. My heartfelt thanks to Dan Richter, to Justin Bozung for his always excellent work, and special thanks to Jamie Clubb (http://jamieclubb.blogspot.it/), that provided me with unpublished details about Terry Duggan and the animals used on the set.

* * *

Determined to make an anthropologically accurate film, Kubrick insisted on much more than the worn convention of men jumping around in “monkey suits.” Richter and his collaborators spent weeks watching apes in the London zoo, followed by months of rehearsal mimicking their movements, helped by the analysis of rare footage of gorillas and other apes in their natural habitat.

Test footage of the 'men-apes' practicing primate behaviour. Source: 2001: the making of the myth

The script, at that time still being reworked on an almost daily basis by Kubrick and Clarke, called also for sequences where our ancestors were to be shown on the verge of extinction, and facing constant threat of wild animals like lions and tigers. How to portray this menace was still to be determined, as many attempts had already been made before Richter came on board. Here's an example from Kubrick's interview to Jeremy Bernstein, 1966:
At this point, a man carrying a stuffed lion's head approached and asked Kubrick whether it would be all right to use. "The tongue looks phony, and the eyes are only marginal," Kubrick said, heading for the set. "Can somebody fix the tongue"?
In an early version of the script a lion's head was to be shown mounted atop a tree branch by Moonwatcher and his tribe, to instill terror upon a rival tribe. Kubrick was probably examining an early attempt to render such scene filmable; but whatever the lion's head was to be used for - clearly its phony condition was never improved enough for the director, as it doesn't appear in the movie and Richter doesn't even remember to have seen it - Kubrick turned to real wild beasts for the shooting of the most menacing scenes.

From an entry in Richter's entry in the book dated January 2, 1967:
(Kubrick): "When are you going down to the South Hampton Zoo?"
(Our animal trainers from Jimmy Chipperfield's have put the animals we will need for "The Dawn of Man" in the South Hampton zoo. We have tapirs, a chimp, a zebra, a lion, and a leopard.)
"I'm going down this weekend [...] I'm meeting the trainer Terry Duggan and he is going to show them to me.
"Take lots of pictures. I want to see Duggan staging his play fights with the lion and the leopard. I haven't decided which one to use yet."
Terry Duggan was a acrobat and stuntman born in Coventry in 1935 (no relation with Terry Duggan the comedian). Duggan had already worked with the Chipperfield's, a famous british circus, and later joined a member of the family, Jimmy, who had started a film animal business and at that time of the shooting of 2001 was operating Southampton Zoo. In fact, Jimmy was the main supplier of animals for films during the ‘50s, ‘60s and ‘70s.

Terry Duggan, four lionesses, one lion and two leopards (1964) (Source)

Kubrick eventually opted for the leopard. When asked if he remembered why, Richter said to me that
We had both a leopard and a lion at the Southhampton Zoo for at least a year before the shoot and Terry Duggan worked with them all that time do that they would be familiar with the play fighting they did. They were both well trained.
Why Stanley picked one over another I don’t know. The lion was a lioness and perhaps in the end not as menacing looking or as visually interesting.
Terry Duggan practicing with the leopard at the Southampton Zoo, 1967. Richter: "Duggan is teaching the animal to pounce on him and to play-fight in a way that looks convincing."  Sources of both picture and text: Moonwatcher's Memoir

From now on we'll focus on a single date, Monday, August 28th, 1967. The 'Dawn of Men' shooting had already begun on August 2; that meant that after eight months of research and rehersals, and a month of physically demanding shots, the man-apes 'tribe' (mimes, dancers and performers chosen and trained by Richter) had yet to face another ordeal. From "Moonwatcher's Memoir":
Today we are going to shoot the scene where the leopard will attack and kill one of the man-apes. Over the weekend the construction crew has changed the set to a riverbed and built a makeshift barrier between the set and the camera.
When I asked him about the barrier (no picture of the shoot are known to exist) Richter noted that he doesn't remember the specific details: 
I was paying more attention to the leopard and my guys.
It's legitimate concern, and here's why. Until Richter's book came out, all we knew about the scene came from what Kubrick himself had written in a document ('Notes on special Effects") reported in Bizony's book 2001: filming the future and written as part of his 1969 Academy Award submissions:
Duggan and the leopard were entirely alone on stage during the shoot. [Bizony adds]: Background performers were added later, in a hand-drawn matte.
I imagine that Kubrick had to downplay the potential danger faced by his ape-men cast in order to a avoid any unconfortable questions from some actor's guild; it turned out, instead, that everything was shot on camera, and Richter and other man-apes were on the same set with the leopard and Duggan, as Richter remembers in the book:
Terry Duggan is outfitted in a man-ape costume. [...] Stanley wants other man-apes in the background, and that is even more of a problem. The solution is to put me in another mask behind Terry, in the middle ground with the other guys, so that I will be between the leopard and them.
The leopard attacks Duggan. Richter, the second from the right, is on a platform closer to the camera, between the forefront and the other man-apes in the background.

So far, so good. Again from the book:
Stanley is very unconfortable standing next to the camera with the leopard thirty feet or so in front of him. We are all scared. Stanley wants the shot. You can hear the trepidation in his voice as he says "action". Nothing happens.
The leopard, confused and nervous, is distracted by the set, the strong lights, and the surrounding crew.
Stanley calls "cut". We had reharsed the leopard with Terry in costume so we knew he could do it. Terry goes over to talk to him and tries to get him in a playful mood.
"I think he'll do it now", he says.
We all get into position again. The lights are right, the camera begins to turn. Once again Stanley says, "action"...
...and things quickly turn for the worse:
... The leopard looks at Terry and then he looks over at me and the guys behind me. 
He jumps down on the set between Terry and me and starts to come at me!
Terry sees what is happening and immediately tackles him. We take a short break and Terry works with him some more.
The second take, more or less, works: it's the one we see in the movie. Richter recalls:
Contrary to Stanley’s usual style we did only a few takes as he was nervous and wanted to get it over.  He was never happy with what we got, but lived with it.
At this stage, Kubrick was more than ready to move on, even if it meant accepting an unexpected 'special effect', as we learn from Bozung's interview:

[...] then there was the front projection system mistake with the leopard. If you watch the film you'll see that shot of the leopard turning his head toward the camera and his eyes are lit up and glowing. That was just a happy accident. No one noticed it during shooting, but when we all went to the rushes everyone saw it, and someone said “Oh look what happened? We've screwed up!” Stanley said, “No, it's great. I love it. Let's keep it.” 

Every cat owner knows that the eyes of the leopard glowed because of a tissue in the eye that reflects visible light back through the retina, increasing the light available to the photoreceptors, contributing to the superior night vision of the animal. As the scene was shot using the Sinar front-projection system that used 8x10 inches transparencies on a 110-feet-wide screen covered by 3M reflective material, the eye of the leopard worked just as the reflective material of the background.

The leopard is ready to strike again. On the right, Richter and the other man-apes watch in non-simulated anxiety.

* * *

The unnamed leopard also appeared in a second scene, with a "dead zebra". One of my recent posts featured an interview to Gino Pellegrini, an italian set decorator who worked on that scene:

On the set there were also a few wooden boulders which were meant to give a sense of depth. For example, in the leopard scene, the large boulder beneath the animal was a wooden prop built on purpose, in order to conceal the leash used to restrain the leopard. The leash was cancelled later optically.
How is this related to the attack scene? Well, in the 1970 book The Making of Kubrick's 2001, which was edited by Jerome Agel with more than a little help from Kubrick himself, a caption for this picture says:
Dead horse was painted to look like a zebra. Scene of live leopard with "zebra" was filmed with tranquilizer guns at the ready. Due to horse's stench, leopard and camera crew were unenthusiastic about doing the scene.
When asked about such guns during the attack scene, here's what Richter told me:
I do not remember tranquilizers gun in our scene, but I wasn't present when Stanley shot the scene with the dead zebra.
As far as the 'zebra' scene was concerned, this makes perfect sense: why have guns if the leopard was already restrained by a leash? At the same time, I wonder: if there was a scene where tranquilizers would have come handy, it was the attack scene.
We will probably never know. Anyway, it was nice to have Terry Duggan handy, that day.

P.S. Remember the scene where the lion's head had to be carried around triumphantly by Moonwatcher's tribe? The script originally called for the actual killing of that lion to be shown in the movie. Imagine having to set up that shot!

* * *

(dec.11: the article has been updated with the removal of the picture of Terry Duggan the comedian, who was not the Duggan involved with the Chipperlfield's and 2001. As Mission Control would say, IMDB and Wikipedia are "in error" in saying that they were the same person. Source: Mr.Duggan' sister thanks to Jamie Clubb.)

mercoledì 4 dicembre 2013

Alien Art




  1. René Magritte, La Bataille de l’Argonne (1964)
  2. Alien landscape art for 2001: a space odyssey; never used (ca 1967)
  3. Zdzisław Beksiński, Untitled (1979)

lunedì 2 dicembre 2013

"We've got to explore": Merv Bloch remembers how he advertised an Odyssey

 Merv Bloch (Photo by Andrew Levengood)

Merv Bloch was the creative force behind the marketing and specifically the trailers for countless films iconic films through more than three decades. Copywriter, art director, radio commercial producer for Columbia Pictures and MGM, he also held the positions of assistant advertising manager of Paramount Pictures, advertising manager of United Artists. He guided the ad campaigns for some of the most notable and successful films of the ‘60s, among which 2001: A Space Odyssey.
I did the very first trade ad for 2001, two pages in the Hollywood papers. They did it for the Wall Street people to show them MGM was really on the move, but the picture wasn’t in production yet, so I had no production stills or anything.  I had nothing to work with, so I went to the Hayden Planetarium and went through their 35mm chromes of space stuff. I had this line—“This space is reserved for 2001”—and I found this nebulae photograph.  We bought a reproduction, and that was the very first ad for 2001. 
 


My concept was to do three separate posters, with Bob McCall, the top illustrator who was doing all of NASA’s work. It was the first time a movie used three separate pieces of art, which is common today, but I told MGM, “It’s called ‘The Odyssey.’ We’ve got to explore.”

 The three different posters for 2001 designed by Merv Bloch
featuring Robert McCall's artwork
I grew up on 101st and Broadway in Manhattan. I remember when it was a real ghetto, when the Eastern European Jews who were lucky to get out before the war came to live on the Upper West Side. So I’m living at 210 W. 101st St., and one day I discover that there’s a film crew shooting a movie in the building. The filming was taking place on the sixth floor, and I live on the seventh. I can see a huge amount of light coming up from the stairwell below my floor.  I’d never watched a movie being made…and I go down there, and sure enough, there’s the cables, there’s the Mitchell camera, there’s the people scurrying about, there’s a mic boom, and this young guy is behind the camera, and they say, Let’s do it again, let’s do it again, and I’m mesmerized by this whole experience. When they were all done I went upstairs and sketched it. I sketched the camera, I loved those Mitchell cameras, blimped and everything, the mic boom.

Flash-forward. 1967. I’m working on 2001. MGM sends me over to Borehamwood Studio  in England, where the picture is being made. In the course of presenting the poster to Stanley Kubrick, I said, “Stanley, you’re esssentially responsible for my career….” And I tell him the whole story, about this kid who comes down to watch this movie being shot…because the guy shooting the film that day was a young Stanley Kubrick, who was shooting his second feature film, Killer’s Kiss. That was a great moment for me. It means nothing to the executives today.
Kubrick shooting Killer's Kiss (1955). Source

* * *

Sources and suggested reading about Merv Bloch:
http://earthwize.org/wordpress/directortalk/2012/08/29/merv-blochmovie-advertising/
http://www.filmlinc.com/films/on-sale/merv-blochs-trailer-show

http://www.thelmagazine.com/newyork/to-this-day-i-can-barely-watch-it-with-an-audience/Content?oid=2205434
http://mubi.com/notebook/posts/daily-briefing-merv-bloch-and-the-telephone-book