lunedì 31 marzo 2014

Per Kubrick e Clarke, cinquant'anni fa, il giorno del contatto

Oggi celebriamo un altro significativo anniversario nella storia del nostro film preferito: come risultato del pranzo raccontato in un mio articolo precedentecinquanta anni fa esatti (il 31 marzo del 1964) Stanley Kubrick si sedeva di fronte alla sua macchina da scrivere per comporre una lettera per lo scrittore Arthur C. Clarke. Si trattò del loro "primo contatto" diretto.



Ho potuto leggere la lettera originale durante la mia visita al Kubrick Archive di Londra lo scorso Gennaio (ecco la sua catalogazione); ecco l'originale, esposto durante la mostra Star Voyager: Exploring Space on Screen in Australia:





Il testo completo della lettera è stato pubblicato già nel 2012 dallo splendido sito Letters of Note, anche se estratti erano già presenti nel librone The Stanley Kubrick Archives e nel sito del Daily Telegraph). La traduzione è a cura dell'imprescindibile Archivio Kubrick, da me integrata.

* * *
SOLARIS PRODUCTIONS, INC 
31 marzo 1964 

Sig. Arthur C. Clarke
 
Gentile Sig. Clarke: 
è una coincidenza molto interessante che il nostro comune amico Caras l'abbia menzionata in una conversazione a riguardo di un telescopio Questar. Sono un ammiratore dei suoi libri da un bel po' di tempo e ho sempre voluto discutere con lei la possibilità di realizzare il proverbiale "buon film di fantascienza".
I miei interessi principali sono nelle seguenti aree generali, naturalmente dando per scontati un'ottima trama e personaggi:
  1. le ragioni per credere all'esistenza di forme di vita intelligenti al di fuori della Terra;
  2. l'impatto (e forse anche la mancanza di questo impatto in certe aree) che tale scoperta potrebbe avere sulla Terra nel prossimo futuro);
  3. una navicella spaziale che atterri ed esplori la Luna e Marte.
Roger mi ha detto che lei ha in programma di venire a New York questa estate. Ha un programma a cui si deve attenere strettamente? Se non l'avesse, vorrebbe considerare di anticipare il suo arrivo per poterci incontrare, allo scopo di determinare se esista o possa nascere un'idea che ci interessi entrambi a sufficienza per decidere di collaborare a una sceneggiatura? 
Incidentalmente, "Sky & Telescope" pubblicizza un discreto numero di telescopi. Se uno avesse spazio per un telescopio di media grandezza munito di piedistallo, diciamo della grandezza di un treppiede da macchina fotografica, esiste un particolare modello migliore degli altri, come il Questar è tra quelli piccoli e portatili? 
I miei migliori saluti, 
Stanley Kubrick
Ad una prima lettura non si può restare indifferenti di fronte all'ennesimo esempio della straordinaria capacità di Kubrick di approfittare di ogni occasione per estrarre informazioni utili dai propri interlocutori, che si tratti di amici, conoscenti o veri e propri sconosciuti. Quella del telescopio non era infatti una scusa per contattare Clarke: Kubrick era un astronomo dilettante, e soprattutto un fanatico di ogni gadget tecnologico su cui potesse mettere le mani (oggi si definirebbe un 'geek'), si trattasse di registratori, giradischi, mangianastri, telex. Quando arrivarono i computer, ad inizio anni '80, Kubrick fu un utente entusiasta della prima ora.

Ecco quindi che, dopo aver chiesto al famoso scrittore di considerare la possibilità di collaborare per un film, quando Kubrick coglie l'occasione per chiedergli, senza tanti preamboli, un consiglio su un telescopio, ci sembra quasi che fosse il film ad essere una scusa! Ma tant'è, così era fatto il grande regista, non perdeva mai un'occasione per poter imparare qualcosa di nuovo, tanto insaziabile era la sua curiosità.


Quale fu la reazione di Clarke alla lettera di Kubrick? Lo scrittore era già a conoscenza dell'interesse del regista (come ricorderete dal mio articolo precedente aveva già risposto al telegramma di Roger Caras) perciò, come ricorda il biografo di Clarke Neil McAleer in Odyssey
la lettera ravvivò ulteriormente l'interesse di Clarke' nel progetto. [...] "Kubrick è ovviamente un uomo straordinario", scrisse a Caras. [...] "Per una fortunata coincidenza, dovevo già recarmi da lì a poco a New York per completare il lavoro sul libro 'Man in Space' per Time-Life". [...] Prima del viaggio (Clarke) fece una ricerca nel suo archivio di storie già pubblicate alla ricerca di un'ispirazione che potesse essere utilizzata nel film.
Il risultato di questa ricerca, un breve racconto scritto per un concorso della BBC nel 1948 che non si piazzò nemmeno ai primi posti - La sentinella (ecco il testo completo in pdf) - finì per segnare l'intera direzione del progetto-2001 (nonostante le enormi differenze tra essa e il risultante film).


Lasciamo la parola allo stesso Clarke, dall'introduzione del racconto scritta dopo la sua ripubblicazione e ripescata nel pdf appena linkato.
Subito dopo La stella e I nove miliardi di nomi di Dio, credo che La sentinella sia il mio racconto più noto, anche se non per se stesso, ma come spunto da cui nacque 2001: Odissea nello spazio, vent'anni dopo che lo scrissi nel 1948. Mi chiedo se quell'anno ho festeggiato il Natale: il racconto, l'Opera 62 del mio schedario, porta infatti la data 23-26 dicembre. 
Continuo a notare con fastidio che si cita erroneamente La sentinella come "il racconto su cui si basa 2001". In realtà, il racconto assomiglia al film come una ghianda potrebbe assomigliare a una quercia adulta. (Molto meno, anzi, perché nel film compaiono idee di vari altri racconti.) Anche gli elementi che Stanley Kubrick e io abbiamo effettivamente utilizzato sono stati alquanto modificati. Così la "struttura scintillante, di forma quasi piramidale... incastonata nella roccia come una gigantesca gemma dalle mille sfaccettature” divenne - dopo parecchie modifiche - il famoso monolito nero. E la collocazione passò dal Mare delle Crisi al più spettacolare cratere lunare, Tycho, facilmente visibile a occhio nudo dalla Terra in condizioni di luna piena.

La copertina e la prima pagina de La sentinella nella sua prima versione pubblicata, nella rivista inglese 10 Story Fantasy del 1951, sotto il titolo "Sentinella dell'eternità". Fonte: ebay

 Arthur C Clarke con un telescopio Questar a Sri Lanka, negli anni '70. Fonte: tipsimages.com

Il telescopio di Kubrick tornerà di nuovo protagonista nella storia di 2001, in occasione di un presunto avvistamento UFO che il regista e Clarke effettuarono nel 1964, durante la stesura della sceneggiatura preliminare del film. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.

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