lunedì 27 maggio 2013

Ricordo di Liz Moore, scultrice del 'Bambino-delle-stelle'

La produzione di 2001 ha avuto la fortuna di approfittare di alcuni dei migliori talenti artistici della sua epoca. Uno di questi fu sicuramente Liz Moore, giovane scultrice che realizzò quello che ora conosciamo come Bambino-delle-stelle (dalla traduzione, nel libro di Arthur C.Clarke, di starchild, nell'originale inglese), ovvero il "feto astrale" che ci fissa alla fine del film.


Nata nel 1944, Liz Moore studiò scultura e disegno alla Kingston Art School di Londra e proseguì con un corso per ottenere il National Diploma of Design, avendo come compagno di classe un tipo come Eric Clapton. Già nel 1960 - era solo sedicenne - alcuni suoi quadri finiscono nel film Il mondo di Suzie Wong: anche se non è chiaro quali, mi sembra di poter ipotizzare che siano quelli che vediamo qui sotto (il film parla di un aspirante pittore).


Curiosità: nel film appare, in un piccolo ruolo, Edwina Carroll (la futura hostess che in 2001 'cammina sul soffitto' della navetta Ares 1B per portare il pranzo ai piloti), e il direttore della fotografia del film è il grande Geoffrey Unsworth, che vincerà in seguito due Oscar e sarà il direttore di fotografia per Kubrick in 2001 prima di lasciare l'incarico a John Alcott per sopraggiunti impegni con altre produzioni.

Nel 1966 in un documentario della British Pathé (l'equivalente del nostro Istituto Luce) viene mostrato un curioso lavoro di scultrice di Liz Moore: alcune caricature dei Beatles. E' l'anno in cui Liz sale a bordo della produzione di 2001: qui l'artista non realizzò solo lo starchild, ma lavorò nel reparto artistico (non accreditata) a diversi aspetti della produzione, per esempio con Stuart Freeborn alla produzione delle maschere degli uomini-scimmia, come si evince dalle foto seguenti.



Liz lavorò anche alla realizzazione del modellino della base lunare, secondo un'intervista ad uno dei supervisori agli effetti speciali Brian Johnson (grazie ad ArchivioKubrick)
Ho letto la sua descrizione di come avete costruito il modello della superficie lunare di Spazio: 1999 usando una base rettangolare di un metro e mezzo di lato, e gesso fresco su cui far colare gocce di acqua. Questa tecnica è simile a quella usata in 2001?
Sì, Liz Moore, Joy Seddon e qualche altro tecnico versavano secchi di gesso a presa rapida sopra una base di canapa e poi, usando pennelli da tappezziere larghi 15 cm, facevano cadere gocce d'acqua sul gesso ancora bagnato, formando miriadi di crateri circolari. Una volta che il gesso si era asciugato durante la notte, usavano poi delle spazzole metalliche per creare su alcune aree della superficie lunare dei minuscoli puntini per i crateri più piccoli.
Ma il contributo principale di Liz Moore a 2001 fu sicuramente lo splendido Starchild, che sulle copertine dei libri, dischi e dvd, e nei manifesti e cartelloni pubblicitari, è diventato ormai uno dei simboli del film.


La  realizzazione di questa scena è stata, tanto per cambiare, un pò tribolata. Dopo che Kubrick e Clarke avevano deciso, nell'ennesima revisione della sceneggiatura del film, che Bowman sarebbe dovuto apparire 'trasfigurato' o 'rinato' dopo la sua esperienza con gli alieni, una prima versione di prova della scena venne realizzata con un bambino vero ripreso contro uno sfondo di velluto nero.

 Kubrick con un bambolotto, mentre erano allo studio le varie opzioni per realizzare la scena del Bambino-delle-stelle. Fonte: 2001: filming the future, Piers Bizony

Ispirati da alcune straordinarie e pioneristiche fotografie uterine di Lennart Nillson, che per la prima volta aveva mostrato lo sviluppo di un utero nel ventre materno in un memorabile servizio uscito sulla rivista LIFE nel 1965, si decide di realizzare una scultura che mostri un feto.

una delle straordinarie fotografie di Nillson: quella più simile al Bambino-delle-stelle (fonte)

E' il settembre 1967: vista la scarsa efficacia delle prove effettuate, tocca a Liz Moore, che realizza una scultura in argilla di circa 70 centrimetri somigliante nei tratti somatici all'interprete di Dave Bowman, Keir Dullea. Su questa base venne realizzata la scultura finale in fibra di vetro.

 lo scenografo di 2001 Anthony Masters con la scultura di Liz Moore. fonte: The Stanley Kubrick Archives, p.370.

Brian Johnson, in un'altra intervista sulla rivista Cinefex, ricorda: 
"Stanley non voleva che sembrasse un bambino umano normale, ma che avesse un 'look' più evoluto, con una testa un pò più grande. All'inizio doveva essere un pupazzo meccanico più complesso, con braccia e dita animate; ma poi Stanley ebbe l'idea di circondarlo con un 'bozzolo' di luce, e alla fine decise che tutto quello che gli serviva erano occhi che si muovessero. Così ho costruito degli occhi di vetro e un piccolo meccanismo fatto di cuscinetti e trasmissioni, con piccoli motori che potessero muoverli lateralmente e leggermente in sù e in giù."
Stavolta è il turno di Douglas Trumbull a ricordare i dettagli della ripresa del Bambino-delle-stelle, sempre da Cinefex:
"(Stanley) lo riprese attraverso quindici strati di una speciale garza, con circa 40.000 watt di retroilluminazione - qualcosa come 4 grandi luci ad arco per illuminarne il margine; ed ottenne questo splendido effetto di aura. Questa garza particolare - realmente molto rara, si trattava di calze da donna dall'Europa dell'anteguerra - creava un bell'ammorbidimento della luce, senza renderla imprecisa. Se si impiega un filtro per l'offuscamento esso rende l'immagine imprecisa, perchè si tratta di un pezzo di vetro che diffonde la luce. Ma usando una garza, parte delle lenti della camera riescono a vedervi attraverso, per cui la luce si distribuisce senza perdere la nitidezza [...] Per disegnare l'involucro che lo circonda usai l'aerografo su un pezzo di carta nera lucida, che fu fotografato sul banco d'animazione ed adattato al movimento della scultura, anche lui con molta garza e sovraesposto."
I dieci secondi di durata della ripresa sono stati realizzati in realtà in otto ore di esposizione: per ottenere l'effetto di grande profondità di campo e definizione dell'immagine la scena non è stata girata come una scena dal vivo ma con il sistema detto stop-motion: tre frames al secondo. L'aura così particolare della scultura venne ottenuta proprio grazie ai lunghi tempi di esposizione di ogni fotogramma, per far sì che la retroilluminazione sembrasse penetrare nella scultura.

i test delle riprese del 'Bambino-delle-stelle'. fonte: The Stanley Kubrick Archives, p.370.

Ci sono un paio di aneddoti gustoso sulle riprese, raccontati dalla moglie dello scenografo Harry Lange, Daisy, a Piers Bizony per il libro 2001:Filming The Future.
"Il giovane operatore che realizzava le riprese (che era stato fornito da Kubrick di un prodotto insetto-repellente, per evitare che mosche ed insetti si posassero sulla scultura durante i lunghi tempi di esposizione), non sapeva che gli occhi erano stati fissati con della cera o un materiale similare. Click dopo click dei vari fotogrammi, ora dopo ora, il materiale cominciò a sciogliersi. Sembrava che la statua avesse cominciato a lacrimare. L'operatore corse via gridando a pieni polmoni! Adesso che ci penso, forse era un cattolico osservante."
Il modellino di fibra di vetro, che si riteneva perduto, è riapparso dopo la morte di Kubrick tra il materiale di produzione che il regista conservava nei suoi sterminati archivi, ed ora è esposto nella mostra itinerante degli Stanley Kubrick Archives (attualmente a Los Angeles).


Giovane, simpatica, allegra, Liz Moore fu, sempre secondo Bizony, un membro della produzione a cui tutti volevano bene. Kubrick rimase positivamente impressionato dal suo lavoro, e la chiamò anche per Arancia Meccanica, per cui realizzò - questa volta accreditata - le sculture nude del Korova Milk Bar. Sembra che Kubrick la chiamò personalmente al telefono per convincerla a lavorare anche per Barry Lyndon, ma non è chiaro se effettivamente la Moore abbia realizzato del materiale per la pre-produzione di quel film.

John Barry, scenografo di Arancia Meccanica, la chiamò in seguito per Guerre Stellari, dove progettò e realizzò la versione finale della tuta del droide D-3BO (in originale C-3PO), realizzando un calco del corpo dell'attore Anthony Daniels, e - insieme a Brian Muir - la versione definitiva del casco delle truppe d'assalto (gli Stromtrooper).

Putrtoppo, mentre lavorava a Quell'ultimo ponte di Richard Attemborough, Liz Moore morì in un incidente d'auto, a soli 32 anni. Era il 13 agosto 1976.

* * *

Fonti: 

4 commenti:

  1. Che dire del tuo lavoro? Post dopo post è sempre più stupefacente. Quest'ultimo poi... E' difficile, per me che scrivo per mestiere (sono un manovale della penna, ma poco importa), trovare le parole per definirlo. Comunque ci provo. Tre aggettivi: interessante, emozionante, divertente.

    RispondiElimina
  2. Michele, mi fai arrossire. Diciamo che commenti così ti fanno dimenticare della fatica e trovare soddisfazione. Non posso che ringraziarti.
    Come dice quel detto in inglese "standing on the shoulder of giants", non faccio altro che beneficiare del lavoro di altri e poi rimetterlo insieme per il pubblico italiano che magari non ha voglia di leggersi gli originali in inglese.

    RispondiElimina
  3. Un altro prezioso frammento di un film che è leggenda.
    Ottimo, davvero ottimo.

    RispondiElimina
  4. Il Bambino delle Stelle io l'ho sempre trovato oltremodo inquietante, e forse è proprio quello l'effetto che si voleva ottenere.
    In ogni caso questo post è molto interessante, come tutti gli altri che narrano i restroscena ed i momenti produttivi meno conosciuti del film.
    E' bellissimo rendersi conto e riflettere sulla profondità del lavoro che venne realizzato all'epoca, così come è bello rendersi conto dell'ottimo lavoro che stai facendo tu adesso. Continua a scrivere, Simone, che noi vogliamo continuare a leggerti!

    RispondiElimina