martedì 10 dicembre 2013

Il leopardo riluttante de "L'Alba dell'Uomo"

(11 dicembre: l'articolo è stato modificato dopo la sua pubblicazione; ho rimosso la fotografia e le informazioni sul Terry Duggan sbagliato - ancora una volta, IMDB e Wikipedia hanno dimostrato di non essere infallibili. La fonte è la sorella del nostro Duggan, riportata da Jamie Clubb)

Dan Richter era un attore e mimo in difficoltà economica che sbarcava il lunario a Londra quando, nell'Ottobre '66, fu chiamato dalla MGM per una consulenza su come completare le sequenze iniziali di 2001. Profondamente impressionato dal giovane talento, Kubrick lo assunse subito per coreografare “L'Alba dell'Uomo” (titolo italiano del segmento iniziale di 2001, in inglese "The Dawn of Man"), dove finì per interpretare il leader della tribù di uomini-scimmia (Guarda-La-Luna, dal nome che appare nel libro di Arthur C. Clarke; Moonwatcher, nell'originale inglese). Ambientato tre milioni di anni fa, questo inusuale prologo alle sequenze spaziali del film illustra la storia dei nostri antenati, che compiono il primo passo della lunga strada verso l'Umanità.


Sin dalla prima volta che vidi 2001 rimasi impressionato, tra i mille dettagli straordinari de “L'Alba dell'Uomo”, dall'apparizione inusuale (per un film di fantascienza!) di quello stupendo leopardo.


Mi ero sempre chiesto come avevano fatto a realizzare quelle scene - soprattutto quella dell'attacco - finché nel 2002 uscì il formidabile libro Moonwatcher's Memoir scritto dallo stesso Moonwatcher, Dan Richter.


Con Memoir Richter ha scritto la migliore testimonianza di un partecipante alla realizzazione di 2001: le storie su Kubrick, Stuart Freeborn (il mago del make-up che realizzò i costumi degli uomini-scimmia) e della troupe sono così vivide che sembrano uscite dalle cronache di un giornale di ieri - e in qualche modo lo sono, poiché Richter ha potuto attingere al suo diario degli anni 1966-1967.

Il libro è un gioiello pieno di aneddoti e testimonianze ed è una lettura essenziale per ogni fan di 2001. Include, fra l'altro, qualche pagina dedicata alle sequenze con il leopardo, che poi sono state integrate da diverse interviste uscite negli anni allo stesso Richter (tra le quali voglio segnalare quella effettuata da Justin Bozung).

Ho avuto la possibilità di rivolgere qualche domanda via e-mail a Richter, che molto gentilmente ha risposto chiarendomi alcuni dubbi su diverse parti del film. Poiché un racconto più che esauriente della gestazione e realizzazione de “L'Alba dell'Uomo” si può trovare in Memoir, e questo blog si dedica ai lati più oscuri e misconosciuti del film, in questo articolo mi concentrerò sulla storia del leopardo. Desidero ringraziare quindi Dan Richter, a Justin Bozung per le sue eccellenti interviste, e a Jamie Clubb (http://jamieclubb.blogspot.it/) che mi ha fornito informazioni preziose su Terry Duggan e gli animali usati sul set.

* * *

Determinato a realizzare un film accurato dal punto di vista scientifico, Kubrick insistette a voler superare le convenzioni cinematografiche che prevedevano il semplice uso di uomini in costume da scimmia. Richter e i suoi collaboratori passarono settimane nello Zoo di Londra a studiare il comportamento dei primati (gorilla e scimpanzé) lì rinchiusi, e mesi a provare a ricostruire i loro movimenti, utilizzando anche raro materiale filmato raffigurante primati nel loro ambiente naturale.

Alcuni fotogrammi di un documentario su 2001 in cui Richter e i suoi colleghi provano i movimenti dei primati da loro studiati. (Fonte)

La sceneggiatura del film, all'epoca ancora rimaneggiata quotidianamente da Kubrick e Clarke, prevedeva sequenze in cui i nostri progenitori dovevano venire mostrati sull'orlo dell'estinzione, e minacciati costantemente da animali selvaggi come leoni e tigri. Come rappresentare effettivamente sullo schermo questa minaccia era ancora da decidersi: per esempio, una versione della sceneggiatura prevedeva che una finta testa di leone venisse mostrata, a mo' di trofeo, da Moonwatcher e la sua tribù, per spaventare un gruppo di uomini-scimmia rivali.

Dall'intervista a Kubrick di Jeremy Bernstein, 1966:
A questo punto, Kubrick viene avvicinato da un uomo che ha in mano una testa di leone di peluche. Gli chiede se può andare bene. "La lingua sembra finta, e gli occhi sono solo abbozzati" risponde Kubrick, dirigendosi verso il set. "Qualcuno può sistemarmi la lingua?"
Il termine inglese che ho tradotto con peluche (stuffed) potrebbe anche essere tradotto come impagliata, ma se così fosse stata (orrore!) non credo avrebbe potuto sembrare finta...

Di sicuro, finta o no, non venne più utilizzata (nemmeno Richter ricorda di averla mai vista) e per le scene più 'minacciose' Kubrick decise di utilizzare veri animali. C'era da decidere, quindi, quali - e come usarli.

Dal diario di Richter, datato 2 Gennaio 1967:
(Kubrick): "Quand'è che devi andare allo zoo di Southampton?"
(Jimmy Chipperfield e la nostra squadra di domatori e addestratori hanno portato gli animali di cui abbiamo bisogno per "L'Alba dell'Uomo" allo zoo di
Southampton. Abbiamo tapiri, uno scimpanzé, una zebra, un leone, un leopardo.)
"Ci vado questo week-end [...] Incontrerò l'addestratore, Terry Duggan, mi mostrerà lui gli animali.
"Fai molte fotografie. Voglio vedere come Duggan ha addestrato il leone e il leopardo. Non ho ancora deciso quale usare dei due."
Terry Duggan era un acrobata, trapezista e stuntman nato a Coventry nel 1935 (non è lo stesso Terry Duggan attore e cabarettista) e aveva lavorato in precedenza con la famiglia Chipperfield, una famosa famiglia circense inglese, per poi seguire un membro della famiglia, Jimmy, che aveva lanciato una impresa di fornitura di animali per l'industria cinematografica (e al tempo delle riprese di 2001 gestiva appunto lo zoo di Southampton).

Terry Duggan, quattro leonesse, un leone e due leopardi (1964) (fonte)

Alla fine Kubrick si decise per il leopardo. Quando gli ho chiesto se si ricordava il motivo, Richter mi ha risposto
Avevamo sia un leopardo che una leonessa a Southampton e Terry Duggan ci ha lavorato su duramente per quasi un anno, per fare in modo che fossero entrambi abituati a lui e ben addestrati a fingere di attaccarlo, mentre in realtà stavano giocando. Sul perché Stanley scelse il leopardo non saprei, forse il fatto che il leone fosse femmina fece sì che visivamente non sembrasse abbastanza interessante, o abbastanza 'minacciosa'.
Terry Duggan in allenamento con il leopardo nel 1967. Fonte: Moonwatcher's Memoir. Duggan sta indossando un cappello, forse per abituare l'animale a riconoscerlo anche camuffato, poiché per le riprese avrebbe dovuto indossare un costume integrale da uomo-scimmia. 

Le riprese de "L'Alba dell'Uomo" iniziano il 2 agosto 1967. Dopo otto mesi di ricerche, di prove e di allenamenti, e un mese di riprese durissime dal punto di vista fisico, il 28 agosto la "tribù" di Moonwatcher deve affrontare la prova più dura.

Dal diario di Richter:
Oggi gireremo la scena in cui il leopardo attacca e uccide uno degli uomini scimmia. Durante il week-end la squadra dei carpentieri ha modificato il set per farlo assomigliare al letto di un fiume, e hanno costruito una barriera temporanea tra il set e la cinepresa.
Quando gli ho chiesto di questa "gabbia" temporanea (non ci sono fotografie del set di quel giorno in giro) Richter ha confessato di non ricordarne i dettagli:
... dovevo prestare più attenzione al leopardo e ai miei ragazzi!
Già, perché fino all'uscita del libro di Richter, tutto quello che sapevamo su quella scena veniva da un documento ('Notes on special Effects") scritto dallo stesso Kubrick, citato nel libro 2001: filming the future di Piers Bizony, e che faceva parte dei documenti per la candidatura agli Oscar del 1969:
Durante le riprese, Duggan e il leopardo erano completamente soli sul set. [Bizony aggiunge, citando il testo] Gli attori nello sfondo sono stati aggiunti in seguito in truca per mezzo di un mascherino (matte nell'originale inglese)
Immagino che Kubrick abbia in qualche modo dovuto minimizzare il potenziale pericolo che gli attori potevano aver corso per evitare domande scomode da parte del sindacato: quello che è certo è che  tutto venne realizzato dal vivo, e che Richter, Duggan e gli altri uomini-scimmia erano sul set con il leopardo. Sempre da Memoir:
Terry Duggan indossa il costume da uomo-scimmia. [...] Stanley ne vuole altri nello sfondo, e questo è un problema ulteriore. La soluzione la trovo mettendomi dietro a Terry con un'altra maschera, in modo da mettermi tra i miei ragazzi e il leopardo.
Il leopardo attacca Duggan. Richter, il secondo da destra, è su una piattaforma rialzata più vicina alla cinepresa, tra il primo piano e lo sfondo.

Fino ad ora tutto bene. Di nuovo dal diario di Richter:
Stanley è molto a disagio, di fianco alla cinepresa e con il leopardo a dieci metri circa. Abbiamo tutti paura. Stanley vuole la ripresa. Si può sentire una certa ansia nella sua voce quando dice "Azione".
Non succede niente.
Il leopardo, confuso e nervoso, è distratto dal set, dalle forti luci, da tutta quella gente intorno.
Stanley chiama lo "stop". Abbiamo fatto le prove con Terry in costume per cui sappiamo che ce la può fare. Terry va dal leopardo e gli parlai un po', per metterlo a suo agio e di un umore più giocoso.
"Penso che adesso ce la farà", dice.
Ci rimettiamo tutti in posizione. Le luci sono a posto, la cinepresa inizia a girare. Ancora una volta Stanley urla "Azione" ...
...e le cose si mettono male:
... il leopardo guarda Terry, guarda me, guarda i ragazzi dietro di me.
Fa un salto giù dalla sua piattaforma, atterra davanti a Terry, e comincia ad avvicinarsi a me!
Terry capisce cosa sta succedendo e lo placca immediatamente. Facciamo una breve pausa e Terry ricomincia a giocare con lui ancora un po'.
La successiva ripresa, più o meno, funziona: è quella che vediamo nel film. Richter ricorda, durante la mia intervista:
Contrariamente al suo solito stile, Stanley ha effettuato solo queste due riprese; era molto nervoso e voleva finire in fretta. Non era esattamente soddisfatto di come sono venute, ma se le è fatte andare bene.
Kubrick fu più che disposto a tollerare anche un 'effetto speciale collaterale', così come veniamo a sapere dall'intervista concessa da Richter a Justin Bozung:

[...] poi c'è stato l'errore del sistema di proiezione frontale con il leopardo. Se guardate il film noterete che in quelle riprese gli occhi del leopardo brillano quando guarda verso la cinepresa. Fu un incidente fortunato: nessuno se ne era accorto durante le riprese, ma quando abbiamo guardato i giornalieri, tutti se ne sono accorti, e qualcuno ha detto "Oddio, cos'è successo? Abbiamo fatto una cavolata!" Ma Stanley ha detto "No, va benissimo, mi piace. Teniamolo"

Ogni possessore di gatti sa di cosa stiamo parlando: gli occhi del leopardo brillavano perché i felini hanno un tessuto nell'occhio che riflette la luce visibile attraverso la retina, incrementando la luce che arriva ai fotorecettori, contribuendo così all'ottima visione notturna dei felini. Poiché la scena venne girata su un set che vedeva lo sfondo proiettato su del materiale ad altissima riflessione fornito dalla 3M, gli occhi del leopardo funzionavano allo stesso modo, riflettendo una parte della proiezione.

Il leopardo è pronto ad attaccare Duggan. Sulla destra, Richter e gli altri uomini-scimmia assistono con dissimulata preoccupazione.

* * *

Il leopardo riluttante appare anche in un altra scena, quella descritta da Gino Pellegrini nella sua intervista a Federico Greco da me riportata un po' di tempo fa.
Nella scena del leopardo, il masso vicino era un masso di legno costruito appositamente, dietro il quale fu nascosto il guinzaglio che teneva il leopardo legato. La corda poi fu anche cancellata fotograficamente
Perché mi soffermo ancora su questa scena? Beh, nel libro The Making of Kubrick's 2001 uscito nel 1970, curato da Jerome Agel e che ebbe la fattiva collaborazione dello stesso Kubrick, la didascalia alla stessa foto qui sopra dice:
Un cavallo morto fu dipinto per assomigliare ad una zebra. Le scene con la "zebra" ed il leopardo vennero girate con un fucili a tranquillanti pronti ad intervenire. A causa del fetore proveniente dal cavallo, il leopardo e la troupe non furono entusiasti di partecipare alle riprese.
Quando gli ho chiesto se ricordava fucili pronti ad intervenire durante la sua scena, Richter ha risposto:
Non ricordo fucili durante le mia scena, ma non ero presente durante quella con la finta zebra.
Per quanto riguarda la scena della zebra, la presenza di fucili sarebbe strana, considerato che c'era già un guinzaglio che teneva legato il leopardo. Comunque fosse, perché non avere fucili pronti per una scena potenzialmente più pericolosa, ovvero quella dell'attacco?
Probabilmente non lo sapremo mai. Quel che è certo è che quel giorno, avere uno come Terry Duggan nei paraggi fece molto comodo.

P.S. Ricordate la scena dove la tribù di Moonwatcher doveva esibire come trofeo la testa di leone? Prima di quella la stessa sceneggiatura provvisoria prevedeva di mostrare l'uccisione dell'animale. Immaginate dover realizzare quella, di ripresa!

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